Ciao a tutti! Eccomi qua con il primo post della serie #direttamenteinCina. Chi mi segue su Instagram saprà già che sul mio profilo, l’undici aprile, ho avviato una serie di dirette sotto questo hashtag che continua ancora oggi (per ora sono state fatte il sabato alle 18, ma il calendario potrà cambiare come conseguenza della fine del lockdown). Questa iniziativa fa parte del mio progetto #storiediunasinologa, progetto che vi spiego qua. Lo scopo di queste dirette è far scoprire la Cina, diffondere conoscenze sulla sua lingua, cultura e geografia, e per farlo ho chiesto aiuto a tanti colleghi sinologi. Ebbene, non potevo di certo lasciare a bocca asciutta chi mi segue solo sul blog, quindi ecco a voi la prima intervista doppia a due fantastiche sinologhe.

  • Chi sono le protagoniste di questa intervista?

Mi chiamo Chiara Franchini, ho 26 anni, sono biellese doc e sono in contatto con la Cina da che ho
ricordo. Uno dei miei zii è appassionato di Cina e ogni volta che vi viaggiava, per piacere o per lavoro, mi
portava un regalo. Ho la camera piena dei suoi souvenir e credo sia osservandoli che è nato in me
l’interesse per questa realtà così lontana e diversa.

Mi chiamo Lorenza Scaldaferri, neolaureata in Scienze Internazionali, disoccupata ma piena di sogni e speranze. Sono cresciuta in un piccolo paesino del sud Italia, San Costantino Albanese; non è un paese qualunque, è stato fondato dagli albanesi nel XVI secolo, ragione per cui abbiamo usi e costumi propri. Da quando sono nata parlo due lingue, l’arbërësh (una sorta di albanese antico) e l’italiano. L’essere cresciuta con la diversità nella mia quotidianità mi ha sicuramente aiutato ad essere la persona
che sono e ha contribuito alla crescita del mio interesse verso la diversità culturale e le lingue straniere.
Per me conoscere una lingua significa avvicinarsi e cercare di comprendere l’altro il più possibile. A
volte, proprio le barriere linguistiche creano incomprensioni che potrebbero essere evitate, per questo motivo fin dalle superiori ho studiato lingue. Con la cultura cinese è stato amore a prima vista. Nonostante le prime difficoltà che si incontrano per
lo studio di una lingua così impegnativa, non vedevo l’ora di sapere di più sulla cultura, sulla storia e
sulla lingua. Ormai è dal 2013 che faccio parte di questo mondo e non smette mai di stupirmi o di
affascinarmi.

  • Hai vissuto/studiato/lavorato in Cina?

Ho vissuto in Cina per circa cinque mesi tra il 2015 e il 2016. Ho studiato lingua presso la East China
Normal University di Shanghai. È stata l’esperienza migliore della mia vita: mi ha permesso di crescere a
livello personale, di venire finalmente a contatto in prima persona con la Cina e di innamorarmene
definitivamente.

Si, ho studiato per due volte in Cina. La prima è stata nel 2016 presso la East China Normal University di Shanghai. La seconda, per il mio secondo anno di laurea magistrale alla Zhejiang University, ad Haining.
Nel 2016 era la mia primissima volta in Cina. Quella è
stata l’esperienza de “le prime volte”. Dal cibo, alle abitudini, al farsi una carta cinese. Tutto sembra
quattro volte più difficile, ma alla fine si sopravvive. E poi i cinesi sono un popolo generoso!
Lo scorso anno ad Haining, la situazione era diversa rispetto alla prima volta. Eravamo confinati in un
campus nuovissimo, con studenti internazionali e cinesi (sempre con lezioni separate) ad Haining, nel bel mezzo del nulla. La vita all’interno del campus dopo un po’ poteva sembrare un po’ stretta, ma si aveva la possibilità di andare ad Hangzhou o Shanghai in poco tempo. Durante il mio soggiorno ad Haining mi sono anche impegnata attivamente all’interno dell’università. Nel complesso le due esperienze mi hanno aiutata a crescere sia da un punto di vista professionale che umano. Vivere la Cina dall’interno, non solo come turista lascia il suo segno indelebile.

  • Racconta il primo ricordo che ti passa in mente sulla Cina.

Il viaggio (perché si è trattato di un vero e proprio viaggio) dall’aeroporto al campus: due ore di
pullman tra distese infinite di grattacieli. Mi sono resa conto di quanto grande fosse Shanghai.

Bello: Dazhai, il risveglio tra le terrazze di riso non ha prezzo. Ero in pace con l’universo mentre
guardavo il giallo dorato del riso.
Brutto: la puzza dei treni lenti, dei bagni e del chou tofu.

  • Un episodio divertente della tua esperienza in Cina.

Mentre stavo visitando le grotte di Longmen con i miei amici. Era in piena golden week, quindi a malapena riuscivamo a muoverci e ogni tre passi c’era qualche cinese che ci faceva una foto e puntualmente altri 20 si univano a lui, dato che probabilmente non avevano mai visto un occidentale. A un certo punto sento dei giovani cinesi dietro di me che si chiedono “她会不会说? E
io sono stata molto fiera di girarmi e rispondere “会说!”

Treno K, di ritorno da una festa ad Hangzhou. Arriviamo sul treno e steso sotto due sedili c’è un signore, sembra morto. Cerchiamo di scuoterlo, ma nulla. Allora decidiamo di chiamare il controllore per vedere se il tizio è vivo! Questi inizia ad urlagli contro, a
schiaffeggiarlo. Alla fine, il tizio si sveglia, ubriaco marcio. Inizia a borbottare qualcosa e poi si arrabbia
con quelli che l’hanno svegliato! Per poco non scoppiava una rissa. Poi l’hanno fatto scendere alla
fermata successiva e non era neanche la sua! In tutto ciò i cinesi si erano tutti alzati dai loro posti per
vedere l’accaduto.

  • Consiglia un libro di un autore cinese o che parla della Cina.

“Oltre la muraglia. Un viaggio in Cina”, di Colin Thubron. Lo consiglio perché credo descrive
perfettamente ciò che io non riesco a esprimere a parole circa ad esempio le prime impressioni che
si provano in Cina e a contatto con i cinesi e le loro abitudini.

Dopo aver letto “I Quattro Libri” di Yan Lianke, decisamente ne consiglio la lettura. Racconta un
periodo nero per la Cina, quello del Grande Balzo in avanti, dei campi di rieducazione. Lo consiglio
perché offre uno spaccato sulla Cina di allora, perché racconta gli effetti che quelle circostanze avevano
sugli uomini. Sull’uomo che posto di fronte a ritmi serrati, stress, condizioni di vita al limite dimentica
di essere uomo e agisce quasi come bestia. Questo emerge anche dai toni che utilizza l’autore stesso.
Anche se poi alla fine si riesce a trovare una speranza nell’umanità.

  • Un ricordo che hai sullo studio della lingua cinese.

Il primo giorno di lezione a Torino la professoressa ci disse che dei 400 che eravamo saremmo stati
sempre di meno, già a partire dal giorno dopo e che solo pochissimi sarebbero arrivati alla fine degli
studi e così è stato.

Fiumi di inchiostro e chilometri di pagine per imparare i caratteri. Quando alla terza pagina ti rendevi
conto che mancava una goccia al carattere e dovevi ricominciare volevi urlare contro l’universo intero.

  • Consiglia ai viaggiatori una meta cinese da visitare almeno una volta nella vita.

Purtroppo non ci sono ancora stata, ma credo che la Montagna Gialla 黄山 sia un posto magico.

Personalmente direi a tutti che Pechino è un must. Però, tra i miei viaggi, il posto che conservo gelosamente nella memoria dove ritornerei mille volte (oltre alla grande muraglia per una promessa che ho fatto a me stessa, di tornare ogni volta che vado in Cina), sono le terrazze di riso di Dazhai. La giornata iniziava al mattino presto, il gallo cantava e il piccolo paese iniziava ad animarsi. Non c’erano macchine, ci si muoveva a piedi. Ho percorso 46 km in un giorno, la passeggiata più bella che ho fatto finora.

  • Il tuo cibo cinese preferito.

Chaomian 炒面, spaghetti saltati con uova e non so bene che cosa che però sono buonissimi!

Questa è difficile. Adoro i Samsa (panzerottini con carne di montone) o Naan (pane mussulmano) tipici del Xinjiang, in mancanza di pane sono ottimi sostituti. Però gli spaghetti appena fatti davanti a te, saltati in padella sono un piacere per gli occhi e per il palato! Ad esempio gli spaghettoni di Xi’an! Poi sono piccantissimi, yummy! Anche se la cosa più buona che ho mangiato non so neanche come si chiama: era una frittella comprata da una signora a Pingyao. A saperlo che era così buona le avrei comprate tutte!
Però c’è una cosa che diventa un must: street food! È uno stile di vita!

  • Parlaci della tua tesi da sinologa.

Il titolo della mia tesi di laurea magistrale è “Shanghai: una inattesa possibilità di salvezza per gli ebrei in fuga dall’Olocausto”. Ho scelto questo tema perché era l’occasione per coniugare la mia passione per la Cina con un tema che ha sempre suscitato il mio interesse, ovvero l’Olocausto. Credo che sarebbe interessante e rivelatore anche per i non sinologi, perché uno degli stereotipi più diffusi sui cinesi è che non abbiano a cuore la vita; ma durante l’Olocausto Shanghai fu l’unica città del mondo (certo, per ragioni principalmente politiche) ad aprire le proprie porte agli ebrei. Venne poi creato un ghetto, in cui 17.000 ebrei vissero per 2 anni a contatto con 100.000 cinesi. Cinesi ed ebrei si rispettarono e sostennero a vicenda, così che, alla fine della seconda guerra mondiale, migliaia di ebrei ebbero salva la vita, al contrario di coloro che purtroppo non erano riusciti a lasciare l’Europa.

La mia tesi di laurea magistrale è sull’evoluzione della membership del PCC (Partito Comunista Cinese), con un focus sui giovani di oggi per capire che approccio si ha oggi verso il Pcc. Il tema è fondamentale perché, come mi è stato ripetuto più volte, se non comprendi la governance del PCC non puoi comprendere la Cina. Studiarne l’evoluzione, capire come si è adattata nel tempo e vedere quali sono i requisiti che i nuovi membri devono avere, sono un ottimo spunto per capire il complesso funzionamento del sistema Partito-stato. L’essere sul campo mi ha aiutata molto, nonostante qualche porta in faccia. Ma coloro che mi hanno dato la disponibilità sono stati fonte di preziosi spunti per la mia analisi e hanno fornito una prospettiva cinese. Al giorno d’oggi, conoscere un po’ la Cina e i suoi meccanismi interni, andando oltre ai pregiudizi, è assolutamente necessario considerando l’importanza internazionale della RPC.

  • Conosci qualche proverbio cinese.

井底之蛙 la rana in fondo al pozzo → usato per parlare di gente con mentalità ristretta. Fuori dal nostro piccolo mondo e dalle nostre abitudini c’è così tanto da esplorare, basta aprire la mente!

Credo che questo di Confucio sia molto attuale “Studiare senza riflettere è vano; riflettere senza
studiare è pericoloso.”

  • Nomina tre personaggi cinesi (reali o di finzione).

Ai Weiwei, Wu Zetian, Pu Yi.

Ai Wei Wei, Fu Hao, Cui Jian

  • Consiglia una serie TV e/o un film cinesi.

Meteor Garden, su Netflix. Contenuto discutibile, ma ottimo per ascoltare un po’ di cinese
contemporaneo e giovane.

Serie tv: Game of Hunting “猎场”. Sfatiamo il mito che tutti i cinesi sono brutti, Hu Ge è molto carino!
Film: Lanterne rosse

  • L’abitudine cinese più strana a cui non pensavi di abituarti e invece ce l’hai fatta e quella a cui non ti abituerai mai.

Mangiare prestissimo, sia a pranzo che a cena. Non mi abituerò mai all’acqua tiepida.

Bere acqua calda, non è strana, ma non è da me. Non riesco più a bere bevande troppo fredde! Mi mancano i bollitori e i distributori di acqua calda ovunque!
Non credo che smetterò di soffiarmi il naso, fare rutti di gradimento e stare con l’ombrellino al primo raggio di sole.

  • Dai un consiglio ad un aspirante sinologo.

Il cinese è una lingua difficile e diversissima da quelle europee, per questo credo sia importante documentarti bene per sapere che cosa ti aspetta.

La strada è lunga e faticosa, ci vuole tanta pazienza e passione. Non bisogna mai demoralizzarsi, ma avere sempre la voglia di approfondire. Per esercitarsi bisogna leggere, tanto! Ascoltare tantissimo! E assolutamente trovare amici cinesi con cui fare pratica! Basta poco tempo di stop e il cinese svanisce!
(forse non è tanto incoraggiante, ma è la verità)

  • Per Chiara: so che hai già avuto esperienza da insegnante di cinese, raccontami qualcosa al riguardo (difficoltà, soddisfazioni, ecc…).

Può essere difficile calibrare il livello delle lezioni in modo che nessuno si senta troppo in difficoltà o che si annoi perché gli argomenti sono troppo semplici. Soddisfazioni: un’alunna ha passato l’HSK 1 e mi ha ringraziata per il supporto che le ho dato durante l’anno.

  • Per Lorenza: so che hai pubblicato alcuni articoli a tema Cina, parlacene un po’.

Si, collaboro da novembre con LoSpiegone. Sono autrice di articoli sulla Cina. In particolare, sto portando avanti un progetto sul Partito Comunista Cinese (oh si, ci risiamo con il PCC. Andrà a finire che diventerò membro!). Gli articoli pubblicati fino ad ora, hanno affrontato tematiche riguardo i criteri dei giovani membri di oggi e la struttura della piramide del potere. Sono molto contenta di questa esperienza, è bello poter parlare di Cina alla portata di tutti. L’informazione è importante!